Puglia sul podio per il biologico, prossima a raggiungere obiettivo UE

7 Ottobre 2022
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DI Ilenia di Summa

La Puglia è vicinissima a raggiungere con largo anticipo gli obiettivi della strategia Farm to Fork, politica alimentare di punta dell’UE, che mira all’obiettivo del 25% di terreni agricoli coltivati biologicamente entro il 2030.

La nostra è la prima regione in Italia per rapporto SAU/BIO: su una superficie agricola utilizzata di 1,416 milioni di ettari, quasi 287mila sono stati convertiti al biologico. In percentuale, si tratta di oltre il 22,3%, mentre la media italiana si attesta sul 17,4 per cento, valore nettamente superiore a quello spagnolo( 10,5%) e francese (10%).

L’agricoltura biologica si distingue dall’agricoltura definita convenzionale per la scelta consapevole di non utilizzare input esterni di sintesi (prodotti quali fertilizzanti, insetticidi, diserbanti, anticrittogamici, pesticidi, farmaci) in alcuni casi pericolosi per la salute di persone e ambiente, né modalità agricole irrispettose dei cicli biologici degli ecosistemi naturali. E proprio nell’ottica della sostenibilità e della tutela dell’ambiente Bruxelles punta sul bio. L’agricoltura biologica è infatti tra le pratiche ecocompatibili volontarie ammesse a ricevere i finanziamenti del primo pilastro della Pac.

Il raggiungimento dell’obiettivo del 2030 per la nostra regione richiederà uno sforzo ulteriore ma è un traguardo vicino e superabile al quale i produttori pugliesi hanno deciso di puntare.
Una “scommessa” non solo ambientale ma anche commerciale: le vendite di prodotti alimentari bio italiani si sono attestate sui 5 miliardi di euro mentre l’export, con il suo marchio Made in Italy cresce del 16% rispetto al 2021, per complessivi 3,4 miliardi di euro di vendite sui mercati esteri”.

I prodotti biologici e provenienti dall’agricoltura integrata sono molto richiesti all’estero, soprattutto nelle grandi città, dove in contrasto con la vita frenetica c’è un sempre maggiore interesse a un’alimentazione sana, aspetto che durante il covid ha registrato una importante accelerazione. I processi biologici e l’agricoltura integrata migliorano le rese e riducono i costi agricoli, puó essere dunque considerato come un sistema agricolo che unisce le migliori pratiche storiche, affinate nei secoli, con la forza delle ultime scoperte scientifiche.

Non solo la Puglia, in generale in materia di biologico è tutto il Sud a posizionarsi molto bene. Secondo un recente rapporto Mipaaf-Ismea, l’analisi della distribuzione geografica conferma che oltre il 50% della SAU biologica nazionale si trova in cinque regioni e tre di queste sono aree del Sud: Sicilia (316.147 ha), Puglia (286.808 ha), Toscana (225.295 ha), Calabria (197.165 ha) ed Emilia-Romagna (183.578 ha).

Guardando al futuro possiamo aspettarci un’agricoltura regionale sempre piú bio con enti e aziende attivi nel ricercare e offrire prodotti di qualità. Innovazione, lotta ai pregiudizi e un’attenta informazione possono essere i capisaldi del futuro del biologico per il raggiungimento di un obiettivo primario: perseguire un’agricoltura sostenibile, produttiva e alla portata di tutti.

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