La guerra in Ucraina si combatte anche sui social

3 Marzo 2022
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di Ilenia di Summa

L’invasione russa dell’Ucraina sta generando non solo una mobilitazione internazionale di tipo istituzionale, il voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si è tenuto nei giorni scorsi ha portato a una risoluzione in cui “si deplora con la massima fermezza l’aggressione della Russia contro l’Ucraina”, e l’Unione Europea prepara sanzioni sempre più stringenti; ma lo stesso mondo tecnologico ha preso posizione rendendo evidente, qualora ce ne fosse bisogno, come in un mondo interconnesso e digitalizzato come quello attuale il conflitto si combatte anche sulla rete.

Le prime a scendere in campo sono state le piattaforme social come Twitter YouTube e Meta (che da sola controlla Facebook Messenger Instagram e WhatsApp) sospendendo le funzioni di monetizzazione di alcuni account russi e bloccandone del tutto altri. Gli algoritmi usati sono stati ricalibrati in modo da contenere le fake news provenienti dalle fabbriche russe di propaganda come l’Internet Research Agency di San Pietroburgo.

Elon Musk sta supportando attivamente la resistenza Ucraina tramite l’invio di antenne, router e dispositivi che consentono ai militari e alla popolazione Ucraina di restare connessa a internet malgrado i pesanti attacchi alle infrastrutture; Google ha sospeso alcune funzioni delle proprie mappe quali quelle dei dati sul traffico nel territorio ucraino per non fornire informazioni agli invasori; Microsoft ha offerto la sua collaborazione per incrementare le difese dai cyber attacchi.

Apple ha sospeso la vendita dei propri prodotti in Russia rimuovendo RT news e Sputnik da Apple Store aprendo la via a un vero e proprio esodo di massa da Mosca da parte di numerosissime aziende occidentali non solo tecnologiche ma operanti anche in altri settori quali: energia, trasporti, bancari, auto e servizi.

Molte di queste aziende hanno spiegato come “restare sul mercato russo in questo momento diviene dannoso per gli stessi azionisti, data la natura senza precedenti dell’attuale conflitto e le ripercussioni economiche mondiali dello stesso”.

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