2022: annus horribilis in Europa causa siccità

24 Aprile 2023
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DI Ilenia di Summa

I dati parlano chiaro: la siccità che ha colpito l’Europa nel 2022 è la peggiore da circa 500 anni! Era, infatti, il 1540 quando una persistente ondata di caldo si abbatté sul nostro continente, con conseguenze pesantissime per l’agricoltura e il trasporto fluviale.

L’ultimo rapporto annuale sullo stato del clima, curato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) e da Copernicus, il servizio europeo di osservazione della Terra, “European State of the Climate 2022″ lascia ben pochi dubbi circa la velocità e l’intensità fatti registrare dal riscaldamento climatico nel Vecchio Continente, ben due volte più rapido rispetto al resto del globo. Nel 2022 si sono verificate eccezionali ondate di calore e le temperature massime nell’Europa occidentale hanno superato di circa 10°C quelle tipiche estive; in molte Nazioni, quali: Francia, Belgio, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna, Svizzera e Regno Unito si sono registrate condizioni di “stress termico forte”, “molto forte” o, addirittura, “estremo”. Inoltre, i dati mettono in evidenza la tendenza alla diminuzione del numero di giorni caratterizzati da “assenza di stress da caldo”.
Questo, insieme alla mancanza di precipitazioni, ha contribuito a creare gravi condizioni di siccità, in molte regioni d’Europa, come rilevato dall’ultima relazione del Centro comune di ricerca (JRC), che aggiorna la valutazione della situazione di siccità in Europa sulla base dei dati e delle analisi dell’Osservatorio europeo sulla siccità. Nel corso dell’inverno 2021-2022, in gran parte dell’Europa i giorni di neve sono stati inferiori alla media, con una diminuzione anche di 30 giorni; la tendenza è proseguita nella stagione primaverile, con il mese di maggio che ha raggiunto il valore più basso di precipitazioni mai registrato. I dati forniti dall’Osservatorio Globale sulla Siccità indicano che nel mese di agosto 2022, il 47% del Vecchio Continente si trovava in condizioni critiche, a causa della mancanza di umidità nel suolo e dei conseguenti danni alla vegetazione. Il livello di fiumi come il Po, il Danubio e il Reno non consentiva la navigazione.

La combinazione di caldo record e la forte diminuzione delle precipitazioni hanno determinato la fusione di molti ghiacciai: in un solo anno, le Alpi hanno perso oltre 5 Km cubi di ghiaccio. “Il clima che ci attende sarà molto, molto diverso da quello in cui siamo cresciuti”, ha comunicato ai giornalisti Carlo Buontempo, direttore di Copernicus.

La Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, Mariya Gabriel ha dichiarato: “Una grave siccità in combinazione con ondate di calore ha provocato uno stress senza precedenti sui livelli idrici in tutta l’UE. Osserviamo una stagione degli incendi boschivi sensibilmente più intensa della media ed effetti marcati sulla produzione vegetale. I cambiamenti climatici sono indubbiamente più significativi ogni anno; la Commissione europea e i suoi scienziati stanno lavorando instancabilmente per mappare e studiare questa crisi con le migliori tecnologie disponibili, dallo spazio e sul terreno, e guidano gli sforzi per proteggere l’ambiente e i cittadini dalle emergenze.”

Una situazione oggettivamente preoccupante, le cui conseguenze, come sottolineato da Omm e Copernicus, impattano anche a livello economico, a causa di inondazioni e tempeste, con perdite stimate in 2 miliardi di euro, e a livello di perdite di vite umane, con oltre 16mila persone morte in Europa per cause legate al caldo estremo.

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