Il presidente del Consiglio Regionale pugliese, Mario Loizzo, ricorda i valori del 25 aprile e le ragioni che ne fanno la radice storica dell’assetto Repubblicano del Paese.
“Ricorderemo e festeggeremo questo 25 aprile con più forza rispetto al passato, non solo perché ricorre il 75° anniversario della Liberazione, ma anche perché in un momento drammatico per la vita del Paese, la prima cosa da fare è quella di richiamare la necessità di restare uniti e solidali, dando sostanza e profilo al concetto di Nazione e di libertà”.
“Uniti e solidali – sottolinea Loizzo – come lo furono quegli italiani che, di fronte alla tragedia della dittatura e della guerra, seppero trovare le ragioni per riscattare il Paese dalla vergogna della dittatura e dal dramma della guerra”.
“Per quanti sforzi facciano i nostalgici del ventennio, alcuni penosi, alcuni altri ingiuriosi, di oscurare, diminuire, svilire questa grande giornata di libertà – ha ribadito con forza il presidente del Consiglio regionale pugliese – l’antifascismo non è un valore legato ad un fugace avvenimento storico, da mettere nel museo o da relegare nei ricordi individuali; esso non è un esercizio retorico, né un soprassalto di nostalgie per i tempi andati”.
“L’antifascismo non è un modo per prevaricare su quanti chiedono di dimenticare, di rinnegare e di rimuovere”, ha precisato Loizzo, “L’antifascismo è la religione civile della società italiana, perché anche grazie al sacrificio di migliaia di uomini e donne di diverse ideologie politiche, è stato possibile aprire una prospettiva di libertà e di pace, per un popolo umiliato e vessato dalla dittatura fascista”.
“La memoria del 25 aprile perciò – ha proseguito Loizzo – deve rappresentare un argine contro il tentativo, nemmeno tanto nascosto, di sdoganare fatti storici ripugnanti; fatti sui quali il giudizio storico irrevocabile è stato dato con la stessa Liberazione nel 1945”.
“L’antifascismo – ha detto ancora Loizzo – deve essere un presidio di difesa democratica per l’oggi, un impegno morale e politico da mettere in campo ogni giorno, per contrastare gli effetti collaterali dell’ideologia fascista: oggi rappresentati dal sovranismo, dal razzismo e dalla violenza”.
“Se qualcuno non vuole prendersi la fatica di risalire alle ragioni storiche, che diedero origine alla Resistenza, e capirne l’importanza – ha ricordato il presidente – può benissimo partire dalla valorizzazione della Costituzione Italiana, che fu il frutto di quella epopea e che oggi si riconferma la più efficace delle garanzie, a tutela delle libertà democratiche e contro ogni tentativo eversivo, inteso a scardinarne il profondo valore democratico e sociale”.
“Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani – ha insistito Loizzo – di tutti coloro che la considerano “giornata del riscatto”, grazie alla quale l’Italia ha conosciuto il suo secondo Risorgimento, per dare vita alla Repubblica e alla Costituzione”.
“Questo è l’unico terreno unificante possibile – ha concluso Loizzo – i valori della libertà non sono commerciabili con il genericismo pseudostorico: o si sta di qua o di là. O si sta con la Costituzione, o no. Da questo punto di vista, il 25 aprile potrebbe anche non essere per tutti”.