La Passionata, sapori di transumanza
Antonio V. Gelormini | 22 August 2016

Quella classica presenta i colori “vinaccia” del Nero di Troia e quelli violacei dei riti della Passione, che in quel crocevia della Storia – all’ombra di una delle Cattedrali più belle di Puglia e del suo magnifico Rosone dai ricami calcarei arabescati – sono diventati testimonianza suggestiva di sentimenti devozionali di forte tradizione.

La Passionata, frutto dell’amore creativo di Lucia Casoli e Nicola Mecca, è la risposta dauna alla più famosa e conosciuta “cassata siciliana”.

Più leggera, delicata, elegante e raffinata, è un prodotto di alta pasticceria derivato dall’amalgama di tre tipi di ricotta, pecora, bufala e mucca, su biscuit mediterraneo, con ricopertura di marzapane di mandorle di Toritto, aromatizzato nelle diverse declinazioni di proposta (Nero di Troia, caffè, pistacchio, Strega, arancia, nocciola), compresa l’ultima nata “Extasi” al Moscato di Trani.

Un condensato d’identità rurale esaltato dall’impalpabile leggerezza delle sue ricotte. Uno scrigno senza tempo, per racchiudere tutto il patrimonio immateriale delle antiche contaminazioni da “transumanza”, che se un tempo si irradiavano lungo il dedalo di tratturi reali e la rete meridiana delle strade del latte, oggi si diramano attraverso i sensori gustativi di appassionati, estimatori e degustatori ai ritmi moderni della fibra ottica.

Un prodotto dei nostri giorni, la cui tipicità è nelle tradizioni più autoctone in esso racchiuse. Una piacevole tentazione per palati fini, ai limiti della vera e propria sensualità, capace di sollevare lo spirito e di appagare le aspettative esigenti, suscitate dai primi approcci visivi e dall’arcobaleno di versioni presentate in vetrina.

Una testimonianza della pluralità congenita e trasversale delle peculiarità territoriali che rappresenta, che affiorano al palato sin dal primo assaggio: dai profumi d’Abruzzo e Molise agli aromi classici della Campania, attraverso gli umori dolci e asprigni di una Puglia selvaggia e accattivante in tutte le sue sfaccettature: dal Gargano al Tavoliere, scendendo verso la Murgia ed arrivando fino alla penisola salentina.

Perchè l’ambizione di questo odierno “Dolce degli Dei” è quello di cantare e decantare la Puglia ai palati attenti del mondo intero, trasformando l’atavico lamento delle diomedee: in sinfonia di sensazioni, capaci di stimolare gli animi sensibili e far volare il desiderio di scoprire i tesori di Puglia più nascosti.

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