“Le scarpe di Giovanni” di Andrea Cito
Dino Cassone | 29 June 2016

“Le scarpe di Giovanni” è l’opera prima del giovane fasanese Andrea Cito, pubblicato prima in e-book nell’autunno del 2015 e poi in formato cartaceo da Giacovelli Editore, neo casa editrice di Locortondo fondata da Paolo Giacovelli. E come per qualunque opera prima, merita una lettura profonda e analitica. Per capire se tra le parole scritte si cela un vero e proprio talento, con parametro esclusivamente soggettivo, s’intende, oppure il classico aspirante lettore che non ha mai letto una riga in vita sua, o, tuttalpiù, uno o due libri. Sempre soggettivamente parlando, in quanto potrebbe essere che sia proprio chi scrive ad averne letti così pochi.

Copertina-Cito-2Non è però il caso del giovane fasanese, che, pur studiando alla facoltà di Medicina e Chirurgia di Bari (forse sta qui la risposta di alcune sue descrizioni “pulp”?), di letture ne ha fatte e anche tante. Forse addirittura “esagerate” per la sua giovane età (Andrea ha solo ventidue anni, ricordiamocelo): dal “Signore delle mosche” di Golding a “Stand by me” di Sthephen King, solo per citarne un paio che lo stile e l’ambientazione di questo romanzo ci hanno ricordato. Una storia di formazione che vira al giallo e termina come un noir, uno stile che sappiamo il nostro autore ami particolarmente per definire la sua prima “fatica letteraria”.

Protagonista è Maria, una ragazzina che va, per la prima volta, in villeggiatura con i genitori in un piccolo paese di mare. Savelletri? Torre Canne? Non c’è dato sapere. Qui conosce una banda di ragazzini scalmanati capeggiati da Antonio, pelle abbronzata e un paio di ammalianti occhi neri. L’incontro che cambierà per sempre quell’estate (ed ecco il rimando alla bellissima raccolta di King e soprattutto al racconto dal titolo “Il corpo”), sarà con Giovanni, un ragazzino strano più per il carattere che per le scarpe ortopediche che ha ai suoi piedi (di qui il titolo, evidentemente). Nonostante la mediazione perpetrata da Maria, l’integrazione di Giovanni col resto del gruppo non sarà per niente facile: un episodio farà esplodere la classica bomba e porterà, come conseguenza, alla scomparsa di Giovanni. E qui ci fermiamo. Il romanzo va letto, perché è intrigante.

Andrea-Cito-2Veniamo allo stile. Cito procede con alcuni flash back che portano i pezzi del puzzle a comporsi nel finale dalla doppia sorpresa: prevedibile la prima quanto imprevedibile la seconda. E anche qui ci fermiamo. L’autore gioca con i generi e, nonostante tutto, ci sa fare. Già. Perché nonostante non incappi nella tipica trappola della narrazione in prima persona, che rappresenta un must delle opere prime, lo scrittore in erba fasanese si lascia andare a descrizioni narrative, ossessivamente dettagliate e probabilmente fin troppo “barocche”: un eccessivo utilizzo degli aggettivi, infatti, rallentano la lettura, e là dove diventa più scorrevole è perché più asciutta di termini arzigogolati. Il libro si fa comunque leggere e la prova, per quel che ci riguarda, è superata: attendiamo con ansia il secondo lavoro del bravo Andrea.

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