ZOO SAFARI di Fasano
Dino Cassone | 14 April 2016

Un luogo che rappresenta l’evoluzione, da semplice parco di divertimenti a tema ad una struttura al servizio della scienza, della scuola e con particolare sensibilità verso coloro che sono in condizioni di minore validità. Parliamo dello Zoo Safari di Fasano, in provincia di Brindisi. Esteso su circa 140 ettari, con il suo numero di animali ospitanti (200 specie per un totale di 1700 esemplari), vanta almeno due record: è il primo parco in Italia e uno dei più grandi di tutta Europa.

Inaugurato il 25 luglio del 1973 all’interno della masseria Pedali, che all’epoca era un’azienda agricola, lo Zoo Safari nacque da un progetto di Angelo Lombardi “l’amico degli animali”. Un circuito che può essere visitato in circa tre ore, in parte con la propria automobile (e scoprire così il fascino esotico di leoni, tigri, giraffe, antilopi, zebre, elefanti e tanti altri animali tutti lasciati in semi-libertà); in parte con un trenino, il metrozoo, a bordo del quale si può far visita agli orsi bruni e polari, leopardi, rinoceronti, foche, gibboni, leopardi e gorilla; in parte a piedi, attraversando la zona dei primati, degli uccelli e dei piccoli carnivori. Infine è possibile attraversare il divertente “villaggio delle scimmie” esclusivamente a bordo di un trenino corazzato, oppure un’affascinante sala tropicale.

Grande spazio viene dato, oltre che al divertimento puro con “Fasanolandia”, anche a mostre, musei e percorsi didattici. Infatti lo Zoo è un vero e proprio laboratorio all’aperto: oltre ai percorsi guidati all’interno del safari, ve ne sono anche nella zona botanica; inoltre offre una serie di laboratori (una ventina) all’interno del così detto “Polo Didattico”, che abbracciano varie materie: dalla Fisica alla Logica, dalla Matematica alla Biologia, dalla Natura e l’Ambiente all’Astronomia. Notevole la collaborazione con università e centri di ricerca italiani e non solo.

Lo Zoo Safari fasanese è fedele alla più pura missione dei parchi: evitare acquisizioni di esemplari di cattura, mirando alla riproduzione delle specie più a rischio e una riproduzione oculata per tutte le altre; essere non soltanto semplice divertimento e attrazione, ma fonte di conoscenza e di ricerca; servirsi di personale di competenza, che abbia passione e rispetto per gli animali; avere un archivio degli “ospiti” sempre aggiornato; curare e nutrire gli stessi nella maniera più sana e congeniale, evitando, il più possibile, che i visitatori possano offrire qualsiasi tipo di cibo agli animali; essere attrezzati di recinti spaziosi e il più possibile “naturali” in modo che gli ospiti non si sentano prigionieri.

Importante e non trascurabile l’interesse della struttura in programmi di pet-therapy e dolphin-terapy dedicati ai portatori di handicap, che sono attuati in collaborazione con associazioni specializzate come la Società Italiana di Pedagogia Etologica o l’Arion di Roma. Questi programmi permetterebbero ai pazienti di sviluppare meglio la parte del cervello relativa all’area affettiva, di raggiungere un miglioramento fisico, cognitivo, emotivo e comportamentale, oppure di essere da supporto nella riabilitazione motoria come nel caso della delfinoterapia.

DainoFi

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