Torino ha segnato una buona strada, ora servirebbe un Salone al Sud
Antonio Loprieno | 23 May 2017

°Antonio Loprieno è vicepresidente di Radici Future Produzioni

 

Mesi fa avevamo fatto una scelta, non andare a Milano ma essere presenti alla trentesima edizione del Salone internazionale del libro di Torino. Ed oggi, a poche ore dalla chiusura, sono sempre più convito della bontà della nostra scelta. Non per i record di numeri di presenze, di vendite, di editori, sciorinate dagli organizzatori. Anche perché, oggettivamente, si potrebbe richiamare l’intelligente intervento della Regione Piemonte con migliaia di “Buoni da leggere” per gli studenti del valore di quindici euro da spendere nei padiglioni, come la difesa dei torinesi, accorsi in massa, per il loro salone. Ma il Salone è stato anche nostro. Dei tanti editori indipendenti come noi, che hanno scelto la partecipazione e non la divisione tra Milano e Torino. Esserci per dire costruiamo nuove reti, rafforziamo il sistema editoriale condividendo. Certo, servirebbe un Salone al sud, insieme a nuovi e seri interventi per favorire la lettura. La conoscenza di nuovi autori. Radici Future ha dato un piccolo, forte contributo, al primo anno di nostre pubblicazioni, portando a Torino quattro bravi autori. Animando lo stand di Alleanza delle Cooperative italiane con presentazioni partecipate. Costruendo momenti di convivialità attraverso le parole e gli splendidi prodotti della enogastronomia pugliese con AperiPuglia. Incontrando autori con la voglia di presentare i loro lavori. Tessendo rapporti con librai e editori indipendenti per provare a costruire insieme nuove prospettive, per il settore, per la cultura.

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