La Puglia che forse non sai: Quasano 1960, quasi 1970
Gianni Svaldi | 26 July 2019

Ieri ho scoperto Quasano per caso. Arrivo lì per La Puglia in Giallo, presentare il libro di un amico-collega. Arrivo e mi meraviglio davanti a un luogo gentile e antico. Non arretrato, attenzione. Ripeto, ho detto antico come antica in Italia oggi è la gentilezza. È un parco verde di alberi con intorno delle case. Ci sono i dondoli, giostrine e bambini. Le panchine, che sono i divani dei viaggiatori. Ci sono seduti anche uomini e donne gentili con i capelli freschi di messa in piega. L'odore di talco e di pulito. Ci sono verdi spazi ampi, e balera e risa la sera che possono essere anche lontane per chi cerca un po' di pace. Bari è a 30 chilometri. Tutto il nostro tempo veloce e voyeuristico è a 30 km da Quasano.

Ho capito che sulla piccola collina di Quasano (Toritto) bisogna tornare alle 19 quando anche il sole pugliese diventa gentile, leggere un capitolo del libro che si preferisce, cenare lì. Godersi il fresco della sera mentre coppie con i capelli brizzolati ballano. Presto però, da qui sono ancora lontani i non luoghi del turismo pugliese "una frisa 5 euro", "affitto balcone a 15 euro", le fogne che saltano, le discoteche allucinate e alcoliche, spiagge carnaio. Sono oramai pochi i Quasano in Italia, vanno scomparendo come sta scomparendo il nostro Paese accogliente di povera gente buona. È rimasta solo la povera gente ma senza bontà.

Ma Quasano non è un museo, attenzione: è un luogo turistico, che può essere fruttuoso per la sua comunità, per ingegnosi ragazzi che si inventano mestieri, che può ancora evitare il contagio del turismo di massa. Che può ancora evitare che arrivi il cummenda ad arricchirsi lasciando solo 25 euro a sera a camerieri sfruttati, malpagati, umiliati.  È un'altra Italia ed è un valore, ma merita un turista gentile, imprenditori gentili. Siate gentili se ci andrete, ora che lo conoscete anche voi.

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