La “Riminese”, una libreria per intenditori. No perditempo.
Andrea Guermandi | 22 November 2016

14264178_773645282773232_7381381154248481827_nLa Libreria Riminese nasce nel 1931, quando un giovane Fiorenzo Mazzini, trentino di passaggio a Rimini, incontra la contessa Baldini che lo convince a trasferirsi a Rimini dove sino ad allora non esistevano librerie. Apre quindi in quell’anno la Libreria Riminese in Via Dante, 2 che condurrà con la moglie fino al 1954.

Dal 1954 al 1977 subentrano nella gestione le L.I.R. (Librerie Indipendenti Riunite), con sede a Milano e diciotto librerie in Italia, che terranno la Libreria (trasferitasi nel frattempo in Via IV Novembre) fino al 1977.

Dopo un breve intervallo affidato ad Aurelio Casadei, agli inizi degli anni ‘80 la Libreria è acquistata da Manlio Maggioli e nel 1997 viene trasferita nell’attuale sede di Piazzetta Gregorio da Rimini (piazzetta delle “poveracce”, così chiamate in dialetto le vongole), vicino alla Pescheria Vecchia, nel pieno centro della città.

Nel 1998 anno la Libreria viene rilevata e dal 2001 la proprietà è assunta da Mirco Pecci che ne diventa il titolare.

In qualità di gestore Mirco Pecci ha trasferito la sua passione per i libri in generale e per il libro esaurito in particolare, all’interno della Riminese, rendendola un piccolo cenacolo dove tutti i titoli sono il frutto di una scelta di competenza ed esperienza rivolta ad un pubblico che “cerca”, consapevole che, come scriveva Bruno Munari, “… pensare, confonde le idee…”.

Nel reparto del nuovo, espone più di 12.000 volumi di oltre 500 editori: presente sia la grande editoria, che la piccola editoria alternativa e complementare alla prima, oltre ad un’ampia scelta di riviste letterarie del Novecento.

Il reparto dell’usato e dell’esaurito, in cui è possibile trovare prime edizioni, edizioni limitate, testi rari, fuori catalogo e di pregio, si compone di migliaia di titoli che spaziano dai libri di fine Ottocento fino ai libri di anni più recenti.

La vastissima scelta della Libreria evidenzia la passione e la competenza pluridecennale del suo proprietario per l’arte, la fotografia, la moda, il cinema (Fellini in particolare: siamo a Rimini, nel cuore dell’arte felliniana), la letteratura italiana e la poesia.

Infine uno spazio approfondito è dedicato alla storia e cultura locale romagnola con particolare attenzione al dialetto ed ai suoi esponenti di rilievo: Aldo Spallicci, Tonino Guerra, Raffaello Baldini. Questi ultimi, recentemente scomparsi, hanno ridato anima e cuore ad dialetto dolce e sinuoso, difficilmente paragonabile a qualsiasi altro dialetto romagnolo, una vera e propria lingua che ti accarezza e ti conduce ai sogni. Come quelle farfalle che Tonino Guerra, dopo la prigionia, finalmente riuscì a guardare senza avere voglia di mangiarle.

Il sito web presenta cataloghi tematici, un aggiornamento settimanale sulle novità librarie che la Libreria intende proporre ai propri lettori, nonché l’inserimento e l’arricchimento continuo di volumi nelle varie categorie.

Mirco, il libraio è stato adottato in quanto libraio come si era una volta, consigliere, amico fidato, suggeritore di novità ed antichità, attento a ciò che si muove in questo mondo sempre meno letterario e sempre più da intrattenimento superficiale. Una chiacchierata con Mirco sarà salutare e aiuterà anche a vivere un po’ meglio.

Ecco cosa dice chi lo ha adottato: «Nella piazzetta della città vecchia, alle spalle dell’antico mercato del pesce, la Riminese è un piccolo gioiello. Se hai bisogno di un libro speciale o di un titolo introvabile, sai che lì c’è il negozio di Mirco».

Mirco che consiglia qualche volume. Un libro da leggere tutta la notte? Ho servito il re d’Inghilterra, di Bohumil Hrabal, storia umanissima e appassionata di un aspirante cameriere, eroe piccino di un romanzo di statura. Con Hrabal però c’è da passare in bianco anche più di una notte, di sicuro in compagnia di Hanta, dotto “della non conoscenza” e saggio “contro la sua volontà”, protagonista di Una solitudine troppo rumorosa.

I suoi amici speciali sono Kafka, Joyce e Beckett.

Mirco si cura con la poesia: “È la mia dose, mi fa uscire dall’apnea”.

L’incipit che preferisce è Kafka. L’inizio delProcesso: «Qualcuno doveva averlo calunniato, perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina Josef K. fu arrestato». Si ritiene un operaio della cultura. E suggerisce tre titoli:

1) Dalla parte dell’ombra, di Annemarie Schwarzenbach (Il Saggiatore), testimonianza di una donna, scrittrice e fotografa di talento, in fuga dai ruoli preconfezionati e dalle catene delle convenzioni. Un viaggio solitario per il mondo alla vigilia della Seconda guerra mondiale, sul filo di una geografia personale: «Nella pace della preghiera non era necessario pregare… il giorno che stava per finire era un unico tappeto di preghiera».

2) In Patagonia, di Bruce Chatwin (Adelphi), un viaggio lontano dalla terra d’origine per ritrovare nell’altrove quello che ci riguarda più da vicino.

3) Americane avventurose, di Cristina Di Stefano (Adelphi), autobiografia della libertà in una carrellata di venti destini al femminile -da quello di Dorothy Parker a Mae West, all’attrice nera Dorothy Dandridge – che hanno segnato la storia del Novecento e la cultura degli Usa.

Enrica Caretta è l’autrice delle domande a Mirco.

Una raccomandazione: se si passa da Rimini quella bottega è da visitare assolutamente.

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