Il monito delle coop: "No assistenzialismo, reddito di cittadinanza favorisca autoimprenditorialità"
A Bari la due giorni della Biennale della Cooperazione. Al centro dei lavori lo sviluppo e la ripartenza del Sud e del Paese
15 November 2018

«Il reddito di cittadinanza e l’innovazione siano vettori di sviluppo e non occasioni mancate» a chiederlo sono Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza Cooperative e i copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani nel corso della Biennale della Cooperazione che si è svolta a Bari una due giorni di lavori in cui si  è discusso di sviluppo e ripartenza per il Sud e per il Paese. Importanti i temi affrontati.

 

Reddito di Cittadinanza: si coniughi con politiche attive del lavoro e favorisca l’autoimprenditorialità

«Il Reddito di cittadinanza rappresenta un incremento consistente delle risorse destinate alla lotta alla povertà ed è assolutamente positivo. Sarà destinato per il 63% al Sud (dati Svimez). Per evitare che si trasformi in un intervento di natura assistenziale dovrà salvaguardare quanto c’è di valido nell’impostazione del Rei, attraverso servizi e partnership con i Comuni e i soggetti non profit. Non solo. Dovrà anche coniugarsi con politiche attive del lavoro in modo da incidere in modo strutturale e permanente sullo sviluppo del Mezzogiorno. La proposta che avanziamo è che il reddito di cittadinanza possa essere utilizzato anche per promuovere l’impegno dei beneficiari della misura in cooperative e imprese in attività destinate al bene comune. Per la promozione dell’autoimprenditorialità: proponiamo che i destinatari del reddito di cittadinanza abbiano la facoltà di richiedere la liquidazione anticipata dell’ammontare annuo del reddito di cittadinanza per partecipare alla costituzione di una società cooperativa o di associarsi ad una cooperativa. Richiesta accompagnata da un progetto di impresa che sarà valutato da investitori istituzionali».

 

Contro le false coop serve una legge di contrasto

«Contro le false coop chiediamo  di calendarizzare l’iter parlamentare che porti a un legge di contrasto - è stato detto durante i lavori - Nelle false coop ci sono 100.000 lavoratori sfruttati, ma in tutte le imprese, l’esercito di lavoratori vessati sono 3,3 milioni. Siamo gli unici a chiedere misure severe». I lavori di Bari sono anche l’occasione per fare un punto sul dissesto idrogeologico «Mentre l’Italia frana, il sud affonda: occorrono 3 miliardi per mettere in sicurezza i principali asset infrastrutturali del Mezzogiorno».

 

Innovazione, due richieste al governo: aprire impresa 4.0 a cooperative e pmi, rilanciare il credito d’imposta sulla formazione

«Utili e persone occupate devono andare di pari passo. Bene l’innovazione che crea occupazione. Alcuni settori saranno più esposti alla riduzione di lavoratori sostituiti dall’automazione. In Italia, si stima che nei prossimi 15 anni saranno circa il 15% della forza lavoro, per oltre 3 milioni di lavoratori in agricoltura, nel commercio e nella manifattura. I lavoratori più qualificati saranno meno esposti. Questo ci deve portare a un investimento straordinario nella formazione e nell’istruzione. In Italia, solo l’8,3% dei lavoratori sono impegnati in programmi di formazione permanente, al di sotto della media europea 10,8%. Formare non è una spesa, ma un investimento sul futuro. Ecco perché nella prossima legge di bilancio occorre rilanciare il credito d’imposta per le attività formative sulle nuove tecnologie. Il Sud, più povero di infrastrutture, non può perdere il treno dell’innovazione».

 

Dissesto idrogeologico, l’Italia frana, ma il Sud affonda

«Al Sud abbiamo 118.744 edifici a rischio alluvioni, mentre 218.567 sono gli edifici a rischio frane in aree a pericolosità elevata (dati ISPRA). Occorrono 3 miliardi per mettere in sicurezza gli asset principali. Investimenti, che oltre alla sicurezza, avrebbero effetti positivi sulla competitività del Mezzogiorno».

Lotta alle false cooperative (100.000 lavoratori sfruttati) e alle false imprese (3,3 milioni di lavoratori sfruttati) «Si calendarizzi l’iter parlamentare che porti alla legge contro le false coop. Il nostro modo di fare rappresentanza ci porta a offrire soluzioni. Lo abbiamo fatto con una proposta di legge di iniziativa popolare, ma 18 mesi di iter parlamentare non sono riusciti a trasformare il ddl in legge. Siamo gli unici a chiedere misure severe sull’illegalità nel fare impresa, invece dovrebbe interessare anche altri, sono 3,3 milioni i lavoratori sfruttati in Italia in tutte le imprese, 100.000 nelle false coop».

Cooperative di comunità e workers buyout «Le cooperative di comunità sono uno strumento utile per rimettere in moto le aree interne in forte difficoltà. Si propone di introdurre una legge nazionale quadro per le cooperative di comunità per valorizzare le aree interne, i “piccoli comuni svantaggiati” e le aree urbane degradate. Si auspicano interventi volti a valorizzare e promuovere i workers buy out prevedendo un’adeguata fiscalità: la non imponibilità ai fini Irpef della NASpI liquidata in un’unica soluzione e destinata alla sottoscrizione di capitale sociale di una cooperativa e il rifinanziamento del Fondo per la crescita sostenibile (d.l. 83/2012).

Video
Commenti